Ha fatto infuriare moltissimi italiani, e fatto guadagnare tantissimi click ai giornali che continuavano a spacciarla come vera. Parliamo, naturalmente, della bufala sull’ “aumento di 35 euro in bolletta per tutti gli italiani a causa dei furbetti che non pagano“, secondo cui l’Autorità per l’Energia e il Governo Italiano avrebbero recentemente siglato un accordo per sanare un consistente debito dovuto a clienti morosi, sulle spalle di tutti i cittadini.
Questo il messaggio WhatsApp divenuto virale, in una sorta di catena di Sant’Antonio che ha, giustamente, seminato il panico tra le persone.
Si tratta, naturalmente, di una falsa notizia, che la stessa Associazione AltroConsumo, citata nel messaggio, ha provveduto a smentire attraverso un comunicato online.
Il primo quotidiano a diffondere la notizia sembrerebbe essere stato ilSole24Ore, in un articolo pubblicato lo scorso 14 Febbraio, secondo cui l’ARERA, con il silenzio – assenso dei fornitori di energia, avrebbe messo a punto una strategia per fronteggiare un millantato, e non meglio specificato, fenomeno di “turismo energetico“, che vedrebbe molti utenti migrare da un fornitore all’altro lasciando insolute le fatture a proprio carico. Per sanare questo debito, l’Autorità avrebbe quindi disposto un aumento di 35 euro sulle bollette di tutti i contribuenti, a danno quindi anche dei pagatori abituali.
Turismo energetico: quali rischi per chi lo pratica
Iniziamo col dire che questa pratica, oltre che illegale, è del tutto impossibile. Non pagare i consumi energetici prevede in ogni caso il blocco della fornitura, indipendentemente dal gestore scelto. Passare ad un nuovo gestore non annulla automaticamente il debito con il precedente, e l’operazione risulta quindi dannosa per l’utente che, oltre a ritrovarsi senza fornitura energetica, va incontro a nuovi costi per la riapertura della stessa e a possibili citazioni legali. Non a caso, per i furbetti, esiste già uno specifico meccanismo di recupero crediti chiamato CMOR, o “Corrispettivo per Morosità“, che applica delle penali in aggiunta alla sospensione della fornitura.
Una vera e propria truffa, quindi, ai danni delle aziende italiane operanti nel libero mercato energetico e dei loro lavoratori, che sono gli unici a rimetterci.
Come specificato in un precedente articolo, gli aggiornamenti sul costo dell’energia sono sanciti dall’Autorità per l’Energia (detta, appunto, ARERA), un ente indipendente istituito in Italia sul finire degli anni ’90, e non dai distributori di energia.
Occorre inoltre fare chiarezza su un altro aspetto della vicenda. I distributori di energia come Metamer anticipano di tasca propria alla CSEA (Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali) e alla GSE (Gestore Servizi Energetici) gli oneri di sistema a carico dei propri clienti, che verranno recuperati in un secondo momento proprio attraverso il saldo bolletta di questi ultimi.
Non pagare le bollette significa quindi di fatto creare un buco finanziario solo nelle casse del proprio gestore energetico. Per fare un esempio, sarebbe come se ti recassi dall’alimentari per fare la spesa, e non pagassi i prodotti che porti a casa. Il danno economico che ne deriverebbe sarebbe esclusivamente a carico del piccolo commerciante, costretto a chiudere a causa dei debiti con i suoi fornitori!
Aumento bollette: cosa c'è di vero
Il caso recentemente scoppiato fa riferimento a una delibera, la 50/2018 dello scorso 1° Febbraio, redatta per il risanamento di un ammanco finanziario del valore di 200 milioni di euro generato da ex società del mercato energeticocostrette a chiudere i battenti. Per il recupero di questi soldi, l’Autorità per l’Energia ha avanzato una proposta (attualmente non ancora autorizzata) che prevede un piccolo incremento sugli oneri di sistema previsti in bolletta.
Un piano che quindi prevederebbe, si, un potenziale aumento in bolletta, ma di pochi centesimi (si parla di appena 0,2 – per un totale di meno di 2 euro l’anno), non di 30€/35€, e comunque non prima della prossima estate.
Una proposta sulla quale si è comunque già espressa l’Associazione dei Consumatori, dichiarando che:
Per il momento quindi non resta che attendere l’esito del ricorso, evitando allarmismi e nuove bufale, utili solo a creare panico e disinformazione nei confronti di chi ogni giorno opera nel rispetto delle leggi, per offrire un servizio sempre migliore ai clienti che hanno scelto di dargli fiducia.