Aumentare o diminuire la potenza Kw del contatore elettrico è un’operazione comune e utile in casi specifici. Per esempio, qualora all’interno dell’immobile siano presenti un numero più alto del solito di dispositivi elettrici, come piano a induzione o elettrico per la cucina, condizionatori e convettori per la climatizzazione, boiler, stazioni di ricarica per auto elettriche, forni elettrici, etc.
In questo caso, l’utilizzo simultaneo di questi dispositivi, insieme agli altri consumi elettrici della casa, potrebbero richiedere un aumento di potenza del contatore, maggiore dei canonici 3 Kw, previsti comunemente per le abitazioni private.
Superare la potenza del contatore, di per sé, non comporta rischi, ma fa “scattare la corrente”, ovvero innesca l’autospensione di sicurezza del dispositivo, che non riesce a gestire il sovraccarico di energia richiesto. Quando il contatore “scatta”, deve essere riattivato manualmente, ma se il sovraccarico continua a verificarsi, il contatore scatterà di nuovo.
Per ovviare a questo problema basta richiedere un aumento di potenza (o diminuzione, qualora la potenza del contatore sia maggiore rispetto a quella necessaria) al proprio fornitore di energia. Vediamo come farlo e tutte le informazioni utili che occorre sapere.
Perché il contatore “scatta”
Se il contatore elettrico salta troppo spesso è indice di un problema. Questo potrebbe derivare da un elettrodomestico difettoso, in grado di mandare in corto il contatore e attivare il sistema salvavita, o dal semplice sovraccarico dello stesso, dovuto all’utilizzo simultaneo di più dispositivi elettrici.
Se il problema si verifica ogni qual volta utilizziamo un elettrodomestico in particolare, per esempio il forno o la lavatrice, la causa è da ricercare probabilmente nel dispositivo. Se invece il problema compare in caso di utilizzo di più elettrodomestici insieme, per esempio forno, lavatrice e ferro da stiro, molto probabilmente si tratta di un sovraccarico.
In questo caso è bene sapere che esiste una differenza tra potenza disponibile e potenza impegnata del contatore. Nel primo caso si fa riferimento alla potenza energetica effettivamente prelevata dal contatore nel momento in cui uno o più elettrodomestici sono attivi.
Il secondo, invece, riguarda la potenza vera e propria del contatore, sottoscritta in fase di contatto con il proprio fornitore di energia. È, inoltre, interessante sapere che i comuni contatori sono tarati per assorbire il 10% in più rispetto alla potenza effettiva di cui dispongono. Ciò significa che un normale contatore con potenza da 3 Kw può reggere un assorbimento energetico pari fino a 3,3 Kw, e così anche gli altri.
Perché aumentare o diminuire la potenza del contatore
Aumentare o diminuire la potenza del contatore sono operazioni che devono essere eseguite quando l’attuale potenza del proprio dispositivo è maggiore o inferiore ai propri consumi. Questo perché una fornitura di 4 Kw, o superiore, costa in bolletta qualcosina in più, rispetto ad una da 3.
Maggiore è il grado di potenza del contatore, più alto è l’importo (parliamo comunque di pochi euro al mese). Per questo motivo, la potenza del contatore deve sempre essere commisurata al fabbisogno di chi vive in casa.
In caso di famiglia numerosa, per esempio, con molti elettrodomestici e utilizzo simultaneo degli stessi, un normale contatore con potenza di 3 Kw potrebbe non bastare. I moderni dispositivi elettronici, nonostante consumino – in rapporto – meno dei vecchi elettrodomestici di classi inferiori, sono oggi molto più potenti, numerosi e utilizzati in casa.
Basti pensare che un semplice utilizzo in contemporanea di un frigorifero da 200 W, un condizionatore da 2.000 W e un’aspirapolvere da 600 W, la potenza istantanea impiegata dai tre elettrodomestici sarà di 2,8 kW. A questi basterà quindi aggiungere un robot da cucina, un boiler per l’acqua calda, un phon, una lavatrice o altro elettrodomestico particolarmente energivoro per sfiorare il limite di consumo.
Al contrario, se la potenza del contatore è eccessiva rispetto alle necessità energetiche del nucleo familiare, per esempio con 4 Kw o addirittura 6, avrà – come detto – costi lievemente maggiori.
Pertanto, è sempre fondamentale tarare la potenza del contatore in base ai propri consumi. Ecco come farlo.
Costo aumento o diminuzione potenza contatore
Aumentare o diminuire la potenza del contatore è un’operazione che deve essere richiesta al proprio fornitore di energia. La variazione di potenza ha un costo una tantum, in funzione delle tariffe di fornitore e distributore, che va solitamente dai 25 ai 100 euro, in base alla potenza richiesta.
Se, però, l’aumento di potenza è finalizzato all’utilizzo di un dispositivo specifico, come per esempio la ricarica di un’auto elettrica, esistono tipologie di offerte che prevedono, per esempio, l’aumento di potenza del contatore solo nelle ore notturne, con un notevole risparmio.
è il caso, tra le altre, dell’offerta Metamer E-Charging Station: la stazione di ricarica domestica per auto elettriche, con incremento della potenza contatore fino a 6,5 kwh nelle ore notturne completamente gratuito e 50 ricariche auto complete se scegli di passare a Metamer anche le tue utenze luce e gas!
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